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L’utilizzo dei test psicologici in ambito giudiziario: limiti e possibilità di utilizzo

6 Novembre 2018 di Dario

L’utilizzo dei test psicologici in ambito giudiziario: limiti e possibilità di utilizzo

Lo psicologo in ambito giudiziario

Nell’ambito di una consulenza giudiziaria è prevista la possibilità di utilizzo di taluni test psicologici per meglio approfondire e/o confermare i dati clinici emersi durante l’iter peritale.

La consulenza tecnica psicologica ha lo scopo di approfondire l’assetto psichico di un soggetto, inclusa la sua personalità, le relazioni interpersonali e il contesto fattuale attraverso l’indagine delle relazioni familiari e degli indicatori fisici, cognitivi, emotivi e affettivi.

La perizia psicologica si connota per essere una condizione clinica/forense volta ad esaminare le dinamiche psicologiche dell’esaminando che risultino in grado di spiegarne il comportamento in base alle teorie e costrutti scientifici.

Il consulente tecnico nello specifico, si ritrova ad accertare in ambito penale, l’ immaturità del minore, la circonvenzione di incapace (ex art. 643 c. p.), la violenza sessuale (inferiorità psichica, ex art. 609 bis, comma 1 c. p.), l’ idoneità mentale a rendere testimonianza (art. 196, comma 2 c. p. p.), mentre in ambito civile egli verrà chiamato per l’ affidamento o adozione dei minori nei casi di separazione, richiesta dal Giudice in caso di incapacità dei genitori di accordarsi sull’affido dei figli, di solito per una conflittualità irrisolta (separazione giudiziale art. 143 e segg. c. c.- stato di abbandono legge n° 149/2001), per la potestà genitoriale, valutando anche la persistenza del disagio del minore, potrà essere chiamato per valutare l’ identità psicosessuale, danno biologico, mobbing, stalker.

Per poter procedere a valutazione lo psicologo giuridico può avvalersi sostanzialmente di due strumenti metodologici:

  • colloquio psicologico
  • test psicologici

Il colloquio psicologico

Attraverso il primo di questi strumenti, vengono esplorati i vissuti, le emozioni e le difficoltà di un soggetto per poter approfondire attraverso il racconto della propria storia, i

I fattori intra-psichici, relazionali, familiari e biologici che possono aver scatenato/esacerbato le difficoltà, i disturbi o le sofferenze patite.

Esso di configura come strumento privilegiato dell’indagine peritale perché consente di stabilire un contatto con i soggetti coinvolti, costruendo una rappresentazione condivisa di ciò che stanno vivendo.

I test psicologici

L’utilizzo dei test psicologici invece, completa e integra i dati clinici ottenuti durante il colloquio, consentendo una valutazione del funzionamento mentale di un soggetto in tempi tra l’altro, relativamente brevi oltre a confermare o disconfermare le osservazioni cliniche precedentemente ottenute.

Ovviamente, i test non vanno mai intesi come “sostituti” del colloquio clinico/forense bensì, come alleati dell’indagine peritale così come, è bene non somministrarne mai uno soltanto, ma piuttosto somministrare una batteria testistica adeguata alla disamina peritale.

I test in sede peritale

In sede peritale, essi hanno lo scopo di assolvere la “valutazione” sulla base dei quesiti posti dal Giudice e non, quello di pervenire ad un trattamento terapico.

I test più diffusi per bambini e adolescenti, sono i test grafici “carta e matita”, l’MMPI-A, Favole della Duss, il Wartegg, ma anche il Rorschach adattato ai bambini, la WISC-IV, mentre negli adulti, Rorschach, MMPI-II, Wartegg, WAIS.

Risulta opportuno sottolineare che si perviene alla scelta del test maggiormente adeguato sulla base dei dati a cui si vuole pervenire.

L’utilizzo dei test consente di ridurre le fonti di “errore” che possono provenire dalla soggettività dell’esaminatore o da meccanismi difficilmente carpibili con il solo colloquio. Per garantire la validità dello strumento è bene che l’esaminatore si attenga alle modalità di somministrazione, procedure di scoring e siglatura dei protocolli così come indicati nel manuale d’uso.

Inoltre, lo stesso setting può divenire ulteriore fonte d’errore, poiché la stessa finalità all’intervento giudiziario tende a distorcere la modalità di adeguamento del soggetto al test e dunque, alle risposte fornite.

Diviene quindi necessario valutare l’eventuale alterazione di punteggi dovuti a fattori quali eccessiva difesa o desiderabilità sociale.

Risulta palese a questo punto, sottolineare come il risultato di un test o il punteggio di una scala vada valutata non come elemento a sé stante, ma inserendolo all’interno di un quadro più complesso che comprenda la raccolta anamnestica e la storia personale di quel determinato soggetto.

Inoltre, occorre mettere in evidenza che l’applicabilità quanto l’efficacia dei test psicodiagnostici è garantita solo se vengono rispettati i requisiti che sono alla base di ogni test psicologico insieme ad un’adeguata formazione specifica sulla psicodiagnosi.
Infine, come ogni strumento preposto alla conoscenza dell’Altro, anche l’utilizzo degli strumenti psicodiagnostica va utilizzato secondo “Scienza e Coscienza”.

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